- Sia a casa che a scuola cercate di mantenere routine chiare, semplici e abbastanza prevedibili. All’interno di queste abitudini inserite poi i vari contenuti e gli elementi di varietà. Attenzione anche ai tempi di durata delle varie attività, che non devono superare i tempi di attenzione dei bambini né sfidarli con attese troppo lunghe.
- Quando chiedete al bambino di fare qualcosa, una serie di azioni, ad esempio, le istruzioni devono essere semplici, brevi e specifiche. Devono descrivere passo dopo passo quello che si vuole ottenere dal bambino. I compiti più lunghi vanno suddivisi in parti più piccole. Ciò permette maggiori opportunità di elogiare dopo ogni (anche piccolo) successo i bambini più bisognosi di riconoscimento.
- Quando un bambino manifesta comportamenti positivi e adeguati, è importante premiare tali azioni, perfino quando si è irritati con lui per altri motivi. Premiatelo anche per un successo parziale. Molti bambini hanno una visione negativa di sé, non all’altezza delle situazioni e dei compiti di apprendimento. È quindi fondamentale sostenere e valorizzare i loro aspetti positivi, trasmettendo fiducia e incoraggiamento.
- Cercate il più possibile di indicare ciò che vi aspettate in termini di comportamento, ad esempio “dovresti rimanere seduto durante i compiti”, evitando di insistere troppo su cosa è vietato (“non devi alzarti dalla sedia”).
- Il bambino ha bisogno di una guida, non lasciategli fare ciò che vuole sperando che “si sfoghi”: l’azione chiama azione, l’eccitazione chiama eccitazione, sentirsi senza guida moltiplica i comportamenti inadeguati. Agite da modello per indurre il bambino a imitare l’adulto affinché impari a risolvere i problemi in modo riflessivo e mediante piani di azione specificati passo-passo.
- Stabilire poche, chiare e specifiche regole di comportamento e verificare in maniera coerente che vengano rispettate, senza accanirvi sulle punizioni o sugli errori.
- Prendere provvedimenti quando le regole vengono infrante: evitare di minacciare e sgridare, ma cercare di applicare le conseguenze concordate (se fai X, succede Y, ad es. “se gridi e ti ecciti troppo, dovrai stare qualche minuto da solo fuori dall’aula per calmarti” ecc…, se picchi tuo fratellino non potrai giocare fuori).
- Fate attenzione a dosare le punizioni: meglio piccole, immediate e chiaramente collegate alla trasgressione, piuttosto che pesanti e collegate a azioni che il bambino non ricorda più. Le punizioni pesanti, poi, creano facilmente escalation di insuccesso-sfiducia-ansia che portano a ulteriori comportamenti negativi.
- Ignorate i comportamenti lievemente negativi, se messi in atto per attirare la vostra attenzione o se non realmente dannosi. Evitate il più possibile di interrompere il vostro discorso per ammonire o rimproverare un bambino: usate lo sguardo, i gesti, il contatto, facendogli capire che “ci siete”, ma che le sue provocazioni non gli danno il potere di controllare il vostro comportamento.
- Quando un bambino manifesta uno stato emotivo di un certo rilievo, sia esso rabbia, sconforto, ansia o altro, è opportuno dare empatia e accoglienza a sentimenti che il bimbo non controlla, ma che ha bisogno di contenere e di indirizzare.
- Quando il bambino è molto facilmente distratto e cessa di fare il compito o di lavorare, non va rimproverato, ma riportato un modo pacato “sul pezzo” osservando che si è perso in altre cose. Piano piano imparerà a farlo da sé.
- Che fare con coloro che sistematicamente non riescono comunque a restare allineati? Il bambino iperattivo non è “sbagliato”. Non confondete il bambino con i suoi comportamenti. Ciò che c’è di “sbagliato” non sono i bambini stessi, ma il modo in cui si comportano; giorno dopo giorno dovremmo costruire in loro la sensazione che possono decidere di far qualcosa di concreto per impegnarsi a migliorare.
- E soprattutto non bisogna dimenticare che ottenere risultati in questa direzione è un paziente lavoro di lungo termine, che agisce con la costruzione di un circolo virtuoso tra interazioni positive e fiducia, riducendo al minimo i circoli viziosi tra insuccessi e scoraggiamento. L’efficacia di una sgridata dura pochi minuti, un rapporto positivo con l’adulto o con la scuola dura tutta la vita.
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