“A che età è consigliabile inserire i bambini al Nido?” è una domanda che viene posta di frequente, anche se troppo spesso la risposta viene di fatto imposta dalle condizioni di lavoro dei genitori piuttosto che da altre considerazioni. Diciamo subito che la nostra posizione sull’argomento deriva dalla lettura sia di testi sull’attaccamento (J. Bowlby innanzitutto) che tutta la ricerca che sull’argomento è stata fatta. Ci sentiamo quindi di affermare che:
- al di sotto dei due anni, l’inserimento al Nido non è mai né un bisogno né una risorsa per il bambino, ma semmai una necessità concreta dei genitori. In questa fascia di età va bene la vita all’aria aperta con un adulto, l’incontro con altri bimbi per tempi anche brevi al parco o in certi gioco con la presenza dell’adulto di riferimento.
- Quando l’inserimento al Nido è una necessità, occorre comunque rinviarlo per quanto possibile almeno a dopo i 18 mesi e avere cura che il processo di adattamento del bambino alla realtà del Nido sia la più graduale possibile, più lenta possibile, e che preveda almeno una settimana di costante compresenza della mamma o del genitore che effettua l’inserimento, prima di provedere ai primi distacchi.
- La scelta dell’orario, se può essere fatta, dovrebbe preferire assolutamente una frequenza part time anche per tutta la durata del Nido. Se i genitori sono comunque impegnati al lavoro, il piccolo vive meglio se trascorre il pomeriggio in una situazione più contenuta con un adulto (ad es. i nonni) eventualmente con altri bambini (ad es. i cuginetti).
Se vuoi sapere di più non solo sulla età di inserimento, ma sui tempi di frequenza, sui ritmi di vita dei bimbi, questo articolo fa per te. Leggi tutto.
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