Non faccio i compiti se tu non…

“Io non faccio i compiti se tu non…” (mi stai vicino, mi aiuti, mi regali qualcosa… ecc) Questa è una frase rivelatrice poiché ci fa capire almeno due cose importanti:

  • che si sono invertiti i ruoli, è il genitore che “ha bisogno” che i compiti vengano fatti, e il bambino può quindi dettare condizioni in posizione di potere; questo potere però non gli fa bene perché non corrisponde alla reale situazione, non fa sentire il bambino direttamente responsabile del suo lavoro, in una parola gli impedisce di farlo proprio. 
  • Che il bambino “mette” nei compiti certi suoi bisogni insoddisfatti di relazione con il genitore che lo assiste (come abbiamo già illustrato prima nelle pagine 108 – 109, consigli che vanno applicati anche qui!). 

Occorre allora “raddrizzare” questa situazione prima possibile, perché da essa non scaturiscono che tensioni, cattivi rapporti, rabbia e stress. 

Iniziate lasciando che vostro figlio affronti la scuola anche con i compiti non finiti o non fatti, dicendogli tranquillamente: «Beh, se non vuoi farli pazienza, forse alla maestra dispiacerà, o forse si arrabbierà, in ogni caso domani ne parlerai con lei.» La maggior parte dei bambini non vuole affatto andare a scuola senza compiti, ma le pressioni dei genitori li rendono oppositivi e irresponsabili. Spesso basta questa piccola frase per riportare la situazione in carreggiata. Scoprirete che lui vuole farli, ma non sa come iniziare né come reggere lo sforzo e, sia pur in modo sbagliato, sta chiedendo a voi di aiutarlo in questa cosa. Se la richiesta diventa questa (“aiutami a farli”) siamo già sulla buona strada!

Non sfidate vostro figlio con frasi come «voglio proprio vedere quando inizi a fare ‘sti compiti!». Rendetevi utili e dategli supporto per iniziare il lavoro e portarlo a termine. Mentre lo fate, ricordatevi sempre di osservare la sua mente e domandarvi cosa stia provando e come egli veda la realtà, prima di decidere come intervenire.

Se riuscite a riportare la situazione nella sua modalità corretta, ovvero è il bambino che “sente” che i compiti e lo studio sono qualcosa che riguarda il suo rapporto con la maestra, siete nella condizione giusta per essergli d’aiuto, e non sentirete più frasi come “se non stai qui io non faccio i compiti”.

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