Regole sì, ma come?

La parola “regole” si presta a troppe interpretazioni che causano molta confusione. A volte si pretende di “dare regole” a bambini troppo piccoli che a malapena sanno parlare, altre volte si lasciano nella assoluta mancanza di regole bimbi più grandi che ne avrebbero invece bisogno. C’è molta confusione anche sul modo in cui si dovrebbero impartire regole ai figli. Proviamo a fare un poco di ordine.

Da 0 a 10/12 mesi

Regole? Nessuna, se non le semplici abitudini. In questa età non c’è molto più da fare che provvedere alla soddisfazione dei bisogni spontanei del bambino, proteggerlo dai pericoli, dargli contatti, stimoli e comunicazioni. 

Esempi: Allattamento a richiesta – Contatto fisico – Routine regolari per dormire

Da 1 a 3 anni

Regole vere e proprie no. Soprattutto abitudini e routine regolari per il pasto, il sonno e le attività quotidiane. Per il bambino la “regola” non è comprensibile se non come abitudine acquisita con la ripetizione, oppure qualcosa che mamma/papà non vuole (e anche questo “non volere” deve essere ripetuto finché non diventa abituale)

Troppo spesso si intende “dare regole” erroneamente come la pretesa di essere obbediti, e obbediti definitivamente dal bambino dicendogli cosa deve/non deve fare. In questa età si tratta di una pretesa incomprensibile al bambino.

Esempi: Il modo in cui ci si mette a tavola – Il modo in cui ci si prepara ad andare a letto

Certi oggetti pericolosi che non devono essere maneggiati dal bambino: meglio comunque tenerli lontano dalla sua portata, perché non possiamo chiedere a questa età di saper dominare a lungo e sempre la propria curiosità.

Dai 3 ai 10-11 anni

In questa lunga fase evolutiva il bambino diventa via via più capace di memorizzare certi limiti al suo comportamento e di contenere i propri impulsi almeno nelle situazioni più strutturate come la scuola, un luogo dotato di regole più formali che via via il bambino apprende e applica. Non dimenticare che in questa fascia di età il bambino è ancora un forte portatore di bisogni: far rispettare regole troppo in contrasto con i bisogni basilari del bambino non solo è quasi impossibile, ma crea inutile sofferenza ai piccoli e inutile stress all’adulto. 

Possiamo ad esempio chiedere a un bambino di stare seduto a tavola finché non ha finito di mangiare, ma difficilmente potrà restarci più a lungo solo perché lo vogliono gli adulti.

Dalla 1a media in poi

È solamente a partire da questa età che il bambino è in grado di comprendere e applicare sistemi di regole formali, principi astratti, schemi generali di azione.

Esempi: il rispetto dell’altro, la reciprocità, l’uguaglianza come principi astratti cominciano ad acquistare un senso da ora in avanti.

Regole, piaceri & doveri

Viene talvolta assegnata una grande importanza al tema delle regole, senza precisare che non tutto deve rientrare in questa logica. Fate caso se nella vostra famiglia ogni azione quotidiana è diventata un dovere, o se viceversa cercate sempre comunque il piacere anche dove non può esserci. Lo schema seguente può aiutarvi a un check-up della situazione, che potrete svolgere subito dopo con l’esercizio n° 6.

Piaceri

  • Mangiare
  • Dormire
  • Altri bisogni fisici
  • Muoversi
  • Giocare
  • Esplorare
  • Comunicare
  • (elenco non esaustivo)

Routine (per i più piccoli)

  • Igiene personale (man mano che il bimbo sa gestirsela)
  • Vestirsi
  • Riordinare (aiutati dall’adulto)
  • Mangiare seduti
  • (elenco non esaustivo)

Doveri (per i più grandi)

  • Fare i compiti
  • Essere sinceri sui voti scolastici
  • Rispettare gli impegni
  • Rispettare gli orari
  • Riordinare 
  • (elenco non esaustivo

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