Serenità con la scuola

Leggete e applicate questa scheda se ritenete che con il vostro bambino vi siano difficoltà e mancanza di serenità nel rapporto con la scuola, o tra voi e il bambino a proposito della scuola.

  • Stabilire un momento della giornata in cui è possibile (non obbligatorio) parlare di scuola. Al di fuori di quella fascia di tempo non si parla di scuola, compiti, o studio per nessun motivo salvo che non sia il bambino a iniziare, nel qual caso lo ascolterete con attenzione.
  • Evitare domande al ritorno (come è andata? ecc.) Parlare d’altro. Calcio, TV, amici… Vivete il tempo presente! Se il bambino ha desiderio di raccontare qualcosa lo farà comunque, se invece, come più spesso accade, si vuol godere il tempo che può trascorrere con voi senza ripensare alla scuola, è bene che sia libero di farlo.
  • Quando porta a casa voti negativi: prima di tutto cercate di capire come lo vive il bambino evitando inizialmente qualsiasi commento. In un secondo tempo potete anche dire al bambino come vi sentite voi. Forse è superfluo precisare che dovreste evitare espressioni dirette come “mi deludi” e anche ironie del genere “bravo” “continua così”…
  • Se porta voti positivi: restate sempre in contatto col bambino, vedete se è fiero, contento, o semplicemente soddisfatto; anche per voi è opportuno mostrare soddisfazione, meglio nella forma “sono contenta/o che tu…” piuttosto che “sei bravo”. Per i bimbi che di solito non sono brillanti evitare ironie come “verrà a nevicare” “come mai?” E nemmeno “vedi che quando vuoi ce la fai”.
  • Stabilite fasce orarie nelle quali fare il lavoro scolastico da collaudare in base alla quantità degli impegni. Per nessun motivo si deve fare lavoro scolastico fuori dalle fasce. In base all’età del bambino e alle abitudini è bene coinvolgerlo nella scelta delle fasce orarie, in modo che possa sentirle anche sue decisioni. Ecco uno schema utile per organizzare le cose:

Vita libera

  • Qui non si possono fare compiti/studio. Non si parla di scuola ecc. 
  • Questo tempo appartiene al bambino (che lo usa liberamente) e appartiene a voi, alla famiglia, agli affetti, agli interessi personali di ciascuno. 

Lavoro scolastico

  • Qui si possono fare compiti e studio, oppure niente ma non giochi o altro.
  • Quando è finito il lavoro si torna alla vita libera
  • Al termine della fascia di Lavoro Scolastico si deve mettere via, anche se il bambino non li ha fatti, con tolleranza per finire ciò che è in corso. Procurate di avere altre fasce di riserva per finire il lavoro rimasto indietro.

L’inizio della fascia di lavoro va evidenziato dal genitore, oppure per i più grandi usando una sveglia o un avviso. Si abitua il bambino a mettere via i giochi e interrompere le attività in corso (lasciando un minimo di tolleranza per concluderle) e a sedersi al tavolo con il materiale. A seconda delle età e delle abitudini l’adulto andrà altrove, o resterà vicino, o nella stanza, o se necessario darà un aiuto concreto. Se il bambino si distrae e interrompe il lavoro, l’adulto attende un po’, poi senza aggressività lo riporta al lavoro, o, per i più grandi, si limita a dirgli “non stai lavorando/studiando”. Chiarire bene che però non è ammesso svolgere altre attività di qualunque tipo. Al massimo il bambino può restare senza fare niente.

E se non funziona?

Se, nonostante ogni sforzo di creare un buon clima nello svolgimento del lavoro scolastico a casa, dopo uno – due mesi non riscontrate alcun risultato positivo, fate un piccolo sommario controllo di alcuni aspetti elencati qui sotto.

  • Confrontatevi con altri genitori di coetanei e compagni di classe per comprendere in modo realistico se l’affaticamento di vostro figlio nello svolgimento dei compiti o dello studio orale è superiore alla media o alle effettive proporzioni dello sforzo; 
  • chiedetegli di leggere ad alta voce qualche riga di testo, e fate caso se la qualità della lettura è zoppicante, molto lenta, piena di errori e autocorrezioni (naturalmente la cosa va rapportata alla classe frequentata! Escludete in partenza, quindi, il significato di letture incerte nei bambini di prima elementare, del tutto normali).

Se una o entrambe le cose sono vere, potrebbe essere opportuno far valutare dallo psicologo se vi siano lievi disturbi dell’apprendimento, della lettura o dell’attenzione che sovraccaricano il bambino.

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